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Le opere

Il fondo Parelli

Le opere

Il materiale del museo di documentazione musicale Attilio Parelli. Opere, manoscritti, spartiti o molto altro

Il comune di Monteleone d’Orvieto possiede il nucleo più consistente del fondo Parelli.

Un pianoforte a coda, libri, dischi e spartiti sono invece di proprietà degli eredi indiretti.

Oltre ai libri ed agli spartiti, il museo di documentazione “A. Parelli” è ricco di foto dell’epoca che rappresentano sia ritratti del compositore che della sua famiglia. Un corpus consistente è inoltre costituito dalle foto di musicisti e cantanti con i quali Parelli aveva stretto rapporti personali e di lavoro: Lina Cavalieri, Luisa Tetrazzini, Carmen Melis, Amedeo Bassi, Carlo Zecchi, Pietro Mascagni. Le foto degli artisti, la maggior parte in costume di scena, sono spesso accompagnate da dediche che testimoniano la loro stima nei confronti del Maestro.

Nelle sue opere sono rappresentati tutti i generi: composizioni per orchestra, melodramma, balletto, musica sacra vocale, lirica per canto e pianoforte, musica da camera.

Sono stati ritrovati anche manoscritti dei segnali d’apertura (jingle radiofonici) dei programmi radio Rai.

Nelle sue opere pianistiche si intravvede chiaramente l’intento programmatico; lo appassionano inoltre le trascrizioni per orchestra e il poema sinfonico (genere nel quale trae ispirazione da fonti letterarie).

In altri casi emerge una vocazione alle forme classiche e puramente strumentali, come nei numerosi movimenti di quartetto, nella singolare scelta del titolo Tema con variazioni per una composizione vocale.

Parelli amava riproporre le sue composizioni per diversi organici: la Pifferata di Natale si trova nella versione orchestrale e in quella pianistica; Alba nascente per canto e pianoforte e per violino e pianoforte, Odorava l’april per canto e pianoforte e per un gruppo strumentale composto da quartetto d’archi più clarinetto e pianoforte.

Nel fondo vi sono, a stampa, anche musiche appartenute alla allieva e moglie Isolina Rapalli come metodi per canto e facili metodi per pianoforte; Vi sono anche spartiti musicali che erano allegati ai periodici dell’epoca, che testimoniano i gusti del pubblico in quel periodo: riduzioni di celebri arie d’opera, operette, valzer e polke viennesi.

La grafica di Parelli era molto accurata (si riconoscono i suoi manoscritti per la forma elegante della chiave di violino) e insieme ai 112 manoscritti autografi, nel museo Parelli si trova anche una piccola collezione di musiche a stampa, in parte dello stesso maestro, e in parte provenienti dalla sua biblioteca.

I suoi brani sono stati pubblicati da case editrici come Ricordi, Carish, Schirmer, Schmidl, Puccio, Bixio.

Durante la sua carriera musicale si firmerà con pseudonimi vari come Parelli o Maramocio.

Il suo nome è legato anche a quello dei soprani (Alice Zeppilli, Mari Cavan), tenori (John Mac Cormack) di fama mondiale, come anche a cantanti in voga in quel tempo, oggi in parte dimenticati.

Amico, collaboratore e suo librettista, fu Enrico Comitti, discreto poeta romano che Parelli incontrò nel periodo degli studi all’Accademia di Santa Cecilia.

Lunedì 16 - 19
Mercoledì 16 - 19
Venerdì 16 - 19

0763 834021

info@attilioparelli.com

piazza Bilancini 15
05017 Monteleone d'Orvieto (TR)